Molto spesso i miei
pazienti mi chiedono perché sono sempre restia a
inserire il
riso nelle diete, soprattutto in pazienti che hanno
diagnosi o sono a rischio di
diabete: è presto detto!
Per capirlo in modo semplice dobbiamo iniziare a spiegare cosa sia
l’indice glicemico: è un parametro scoperto negli anni 70 dal Prof Jenkins e utilizzato per classificare i cibi in base all’impatto che hanno sulla
glicemia.
L’alimento di riferimento per questa classifica è il
glucosio che ha valore 100. Per praticità si utilizza il
pane bianco anch’esso con alto IG.
I cibi che
fanno alzare la glicemia velocemente sono cibi a
alto indice
glicemico, quelli che la fanno salire
lentamente a
basso indice glicemico.
Esistono
tabelle con range di riferimento, ad esempio
nell’alto IG troviamo (
cornflakes,
miele e
pane bianco), in quello
medio (
cornflakes e succo d’arancia) e in quello
basso (
legumi,
latte ,
uova e
banane).
Un classico esempio sono gli spaghetti:
Gli spaghetti integrali hanno un basso IG, mentre gli spaghetti di
semola di grano duro hanno un
IG medio.
Questo è chiaramente dovuto alla
farina poco raffinata degli
integrali.
Uno degli alimenti che ha un
IG alto è il riso, anche se esistono varietà diverse di riso e con vari quantitativi di amido.
Se lasciamo il riso per qualche ora in ammollo in acqua fredda l’amido potrebbe diminuire e, seppur in modo limitato,
abbassare l’indice.
Quindi riassumendo, per tutti coloro che hanno diagnosi di diabete è sempre consigliabile
prediligere alimenti a
basso inidce glicemico come i cibi a base di
legumi o
cereali integrali.